Proprio in queste settimane ricorre il quarantesimo anniversario di uno degli album più significativi della storia del rock e dell’hard rock.Parliamo di Highway to Hell, capolavoro del 1979, degli Ac/Dc; ultimo disco inciso dell’allora cantante Bon Scott.

Assieme a Back in Black dell’anno successivo rimane la vetta creativa dei fratelli Young e soci: due capolavori che coincidono, purtroppo, con un cambio in formazione fondamentale, il cantante.

Brian Johnson fu proposto da Malcolm Young alla band dopo la morte accidentale di Bon Scott avvenuta per un‘intossicazione da alcool nel 1980.

L’esordio di Johnson fu un vero tributo al suo precedessore, dalla copertina dell’album, alle campane iniziali; nonostante fosse stato un parto travagliato per ovvi motivi (la band era lì per sciogliersi), il disco fu un successo planetario, una conferma del momento positivo della band.

Back in black esce nel 1980, prodotto da John Mutt Lange, che aveva messo le mani già su Highway to Hell, e che produrrà durante il decennio diversi lavori rock ed hard rock di successo. Con un suono più lavorato, segna il passaggio degli Ac/dc ad un sound più deciso ed heavy, abbandonando le inclinazioni rock-blues delle produzioni con Bon Scott.

Non é facile eleggere tra i due il migliore: sembrano avere una chiave di lettura unica, come fossero gemelli seppur diversi, ma si completano, congiungendo due epoche differenti, gli anni 70 con un sound rock estremamente classico, e gli anni 80 con melodie più vigorose e metalliche, ad anticipare quel filone che renderà la musica degli Ac/dc un’influenza fondamentale per il sound chitarristico di molte band moderne.

Gli Ac/dc sostanzialmente salgono con pieno diritto nell’Olimpo del rock. Capaci di aver piazzato queste due pietre miliari, nel momento più delicato della loro carriera. Hanno confermato di aver quello stile trasgressivo, impetuoso e maledetto che si fonde nella musica, rendendola magica, inebriante, ribelle.

Highway to hell e Back in Black, rimangono dischi attuali, ascolto fondamentale per ogni buon rocker e prova di fuoco di qualsiasi chitarrista, non ci saranno altri dischi del genere… ne tantomeno, purtroppo, Angus e la sua diavoletto a duellare con Malcolm e la sua Gretsch …