Finalmente! Sono tornati i Ritmo Tribale!

E son tornati seguendo le loro idee e il loro modo di far musica, senza scendere a compromessi, in un momento, quello odierno, dove la qualità e la “ricchezza” di alcune produzioni, si misura, con difficoltà, con l’impatto mediatico che possono averne altre.

“Bahamas” risale al 1999 e fu l’ultimo lavoro della band, orfana da poco di Stefano “Edda” Rampoldi, che si ritirò dalle scene per parecchi anni, prima di iniziare una nuova avventura artistica, come solista e con idee musicali diverse rispetto a quanto fatto con i Ritmo Tribale.

Per chi non li ha vissuti all’epoca, i Ritmo Tribale erano sei ragazzi che si sono incontrati  negli anni ottanta: Stefano  e gli attuali membri della band: Andrea Scaglia (chitarra e voce), Alex Marcheschi (batteria), Briegel (basso), Fabrizio Rioda (chitarra) e Luca Talia (tastiere); si sono imposti nella scena rock milanese e hanno trainato con grande energia negli anni novanta la carrozza del rock made in Italy.

Oggi si sono guadagnati un posto importante tra le band di culto della nostra penisola, un gruppo di ragazzi, coerente con il proprio stile, che ad un certo punto ha deciso di fermarsi, senza scendere a compromessi, allontanandosi dalle scelte di altri gruppi rock del loro tempo, oggi anche abbastanza noti, che hanno deciso di continuare magari piegandosi anche a gusti più commerciali e attuali.

I Ritmo Tribale si presentano con questo nuovo lavoro dal titolo forte: “La rivoluzione del giorno prima”, un album compatto che in fase embrionale doveva essere un EP, un assaggio di quello che ancora sanno fare cinque amici, oggi con vite diverse e impegni diversi, che hanno condiviso in giovinezza, anche importanti palchi europei, portando avanti il messaggio che in Italia c’è rock di qualità che può competere anche a livello internazionale.

E’ Gian Maria Volonté, con le sue parole tratte dal film anno 70  di Elio Petri “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, che presenta il primo brano “Intro” dove sax e piano la fanno da padroni fino a quando Andrea Scaglia entra in scena abbracciando l’acustica. E’ solo l’inizio, parte la seconda traccia  “Le cose succedono” ed i Ritmo Tribale iniziano a macinare rock, come ai vecchi tempi, riprendendosi la titolarità di quell’attitudine che è sempre loro appartenuta. “XXXX” è una delle due cover presenti nel disco, distribuita solo sul supporto fisico del lavoro, dove i nostri omaggiano un grande della musica industrial/rock adattando uno dei suoi pezzi più celebrativi, “con i denti” e con grande intuizione.

La title track è un crescendo di sensazioni in perfetto stile “Ritmo” ed una coda finale che fa dimenticare l’età anagrafica dei cinque milanesi.

Il brano più lungo del lavoro con i suoi sei minuti ed il suo incedere quasi sinistro è l’altra cover “Resurrezione Show”, quella dei Killing Joke dei primi anni 2000 “The death and Resurrection Show”, anche in questo caso magistralmente adattata alla lingua italiana.

“Milano Muori” toglie il fiato su ritmi hard rock e dedica a Milano un testo dal sapore controverso, sospeso tra l’amore e l’odio per una città insidiosa ma dal fascino della metropoli piena di vita. I ritmi sostenuti continuano con “Jim Jarmursh”, brano che omaggia il regista americano autore di “Dead Man”  ed i suoi folti capelli, in un delirio quasi  ossessivo e un atteggiamento graffiante tipico dei Ritmo Tribale. È ipnotica invece “Cortina” con un andamento constante e ripetuto e con quei “paletti nel cuore per farti innamorare”, a dir poco forti come intenzioni. Dopo la massiccia “Autunno” che ribadisce lo stile della band animato da uno spirito ed un’attitudine rock che non sono cambiati negli anni, il disco si conclude con “Buonanotte”, in versione voce e piano, brano degli stessi Ritmo Tribale, scritto da Edda, pubblicato nel loro disco più conosciuto, quel “Mantra” che diedero alle stampe in un periodo (i primi anni novanta) di grande eccitazione sonora, tra grunge e nuovi suoni, non solo all’estero, ma anche in Italia, e grazie al quale, questi ragazzi, hanno inciso il loro nome tra le band più spontanee e rappresentative del rock nostrano.

Oggi i Ritmo Tribale con questo lavoro, senza dubbio, ripartono alla grande, piacevoli all’ascolto, essenziali, graffianti ed artigiani di un tipo di sound che è cresciuto nel tempo, che non sa di vecchio, ma di grande concretezza. Speriamo che la storia continui, perché la loro mancanza si è sentita davvero…

ritmo tribale la rivoluzione del giorno prima
  1. Intro – 2:35
  2. Le cose succedono – 3:34
  3. XXXX – 4:54 *
  4. La rivoluzione del giorno prima – 4:36
  5. Resurrezione Show – 6:55
  6. Milano Muori – 4:24
  7. Jim Jarmusch – 3:02
  8. Cortina – 4:29
  9. Autunno – 5:15
  10. Buonanotte – 4:44

(*) solo su supporto fisico