Il 2020 si è aperto non proprio nel migliore dei modi: viviamo un periodo storico probabilmente unico fino ad oggi. L’umanità è messa alla prova e deve affrontare un nemico invisibile che ha messo in ginocchio qualsiasi difesa possibile. Nell’attesa di sconfiggerlo con armi appropriate, il Covid-19/Coronavirus, sfida l’esistenza umana e il distanziamento sociale, imposto come ultima difesa contro la sua aggressività, un isolamento mal gestito dall’uomo che per sua natura soffre il distacco e la solitudine.
Un prezioso aiuto però è arrivato dalla tecnologia; grazie ad essa ed in particolare alla rete di comunicazione attuale, gli effetti del distanziamento sono più gestibili; ne viene fuori un’unione virtuale che sembra resistere, sembra accettata, sembra condivisa, sembra essere uno stimolo ad aspettare che tutto passi.
E la musica!? È al nostro fianco, quella speciale amica di cui parla Jim Morrison in una delle sue più belle canzoni con i Doors, un ottimo antidoto per questo periodo anomalo; ma anch’essa, con quella grande potenza di aggregazione che ha sulle masse, in questo momento purtroppo inesistente, incarcerata nelle regole che per la sopravvivenza umana devono essere rispettate, sembra soffrire suo malgrado.
Ed allora nel panorama musicale, i festival sono rinviati a data da definire, tour mondiali posticipati, uscite discografiche ripensate per periodi nei quali la promozione e il lancio possano essere possibili senza limitazioni spaziali e temporali. Un po’ di business, un po’ di strategia di marketing, un po’ di paura, e anche il mondo della musica lascia il palcoscenico e si rinchiude in casa.
Nel momento nel quale scrivo, la musica rock ha partorito nella pandemia alcune interessanti uscite: dai Pearl Jam agli Strokes, passando per Fiona Apple, questi sono alcuni tra i dischi, attesi da lunga data, che hanno rispettato i termini di pubblicazione senza rinvii dell’ultimo momento. Altri hanno preferito rivedere le loro strategie di marketing; consapevoli che tutto è in pausa riflessiva: dai grandi festivals, ai tour, alla vita quotidiana.
C’è una cosa molto interessante da sottolineare però: si sta scoprendo un nuovo mondo, diverso, quasi futuristico, parallelo, dove multimedialità e tecnologia digitale riescono ad abbattere muri altissimi e raggiungere il cuore delle persone. Sembra la magia dei tempi moderni … quello che una volta avremmo pensato legati alla fantascienza.
La musica sembra essere l’antidoto per eccellenza nell’isolamento: cantare, ascoltare, stringersi come mai ai propri idoli, ai propri riferimenti musicali, in questo preciso momento (e non penso lo sarà anche in futuro) è possibile.
Siamo uniti in un unico destino, siamo privati di tutto ciò che eravamo, stringendo gli affetti più vicini, ma dimenticando l’essere animali sociali. La musica da portare nell’isola deserta esiste per davvero ed in questi giorni riusciamo ad esprimerla, cullati dalla disponibilità di tanti artisti che si stringono attorno ai loro fan, offrendo loro uno scorcio del loro mondo e suonando intimamente come fossero stretti tutti intorno ad un falò ideale sulla spiaggia del mare della vita che deve continuare.
Questo periodo sembra un’aberrazione temporale e lo è diventato anche dal punto di vista musicale.
Se chiudiamo gli occhi però… qualcosa manca… ma torneremo a riprendercelo. Intanto “Turn out the lights …”