Paul Simonon non avrebbe mai pensato che lo scatto di Pennie Smith sarebbe entrato nella storia del rock come simbolo di un momento così intenso e forte nel fare musica, un momento della storia del punk dei Clash.

Siamo nel 1979, il gruppo inglese ha due album alle spalle ed è tra i principali rappresentanti della corrente punk che si diffonde in Inghilterra, quella corrente che ha il suo apice culturale e musicale nel 1977.

Quando il gruppo di Joe Strummer si riunisce per dare un seguito a Give ‘Em Enough Rope, i Sex Pistols hanno già perso il loro bassista Sid Vicious, il punk aveva perso energia e volgeva al tramonto per lasciare il posto ad una nuova ondata di band, desiderosa di rinnovare lo stile rock, sperimentando nuove sonorità: il post-punk.

Negli USA nel frattempo si afferma il punk rock dei Ramones e le sonorità di nuovi gruppi che evolvono lo stile, tipo i Dead Kennedys di Jello Biafra.

London Calling in questo contesto si presenta come un disco, addirittura doppio (i dischi punk erano riconoscibili per la loro breve durata), un lavoro di un’eleganza incredibile.

La coppia Strummer/Jones è in grande spolvero, ed insieme agli altri componenti della band, tira fuori pezzi incredibili, che spaziano dal rock, allo ska, al reggae, al rockabilly, ad un certo punk rock che il gruppo interpreta abilmente mantenendo l’attitudine dei precedenti album.

Apre l’album London Calling che è il pezzo più conosciuto, il lavoro di Simonon al basso è preciso e si intreccia a dovere con le chitarre, sarà un classico del gruppo.

Si prosegue con una cover di Vince Taylor, Brand New Cadillac, che viene reinterpretata con grande stile dai quattro. L’attitudine punk rock torna di scena con la bella Hateful e la leggera Spanish Bombs.

Con Lost in The Supermarket, i Clash esplorano sentieri rock nuovi, calmi e quasi popolari, con un ritornello che rimane impresso al primo ascolto.

Con Clampdown si torna al punk, con la successiva The Gun of Brixton ci spostiamo su ritmi quasi reggae/ska, che si alternano con il classico rock ‘n roll degli altri pezzi dell’album, senza dimenticare la ben riuscita Death or Glory e la vivace e conclusiva Train in Vain.

London Calling quest’anno compie quarant’anni. Oltre ad essere un album importantissimo per la scena punk inglese e il rock in genere, è un album piacevolissimo e contiene molti cavalli di battaglia del gruppo; il messaggio di Strummer / Jones / Simonon / Headon passa forte e chiaro: i Clash non muoiono con il punk degli anni 70, ma vanno avanti con passione e determinazione, suonando la loro musica, in piena armonia con la loro attitudine, la stessa musica che nei primi anni ottanta porterà loro ancora tante soddisfazioni. Beh! Non poteva esserci copertina migliore per un album fondamentale e pieno di nuove energie come questo, da ascoltare, nonostante la lunghezza, tutto di un fiato.

  1. London Calling – 3:20
  2. Brand New Cadillac – 2:08 (Vince Taylor)
  3. Jimmy Jazz – 3:54
  4. Hateful – 2:44
  5. Rudie Can’t Fail – 3:29
  6. Spanish Bombs – 3:18
  7. The Right Profile – 3:54
  8. Lost in the Supermarket – 3:47
  9. Clampdown – 3:49
  10. The Guns of Brixton – 3:09
  11. Wrong’em Boyo – 3:10
  12. Death or Glory – 3:55
  13. Koka Kola – 1:47
  14. The Card Cheat – 3:49
  15. Lover’s Rock – 4:03
  16. Four Horsemen – 2:55
  17. I’m Not Down – 3:06
  18. Revolution Rock – 5:33
  19. Train in Vain – 3:09