Proprio quest’anno ricorre il trentesimo anniversario di Sonic Temple, uno degli album piu conosciuti della band di Astbury/Duffy, non propriamente la loro vetta creativa, che è probabilmente quel Love contenente molti tra i classici della band, ma comunque un lavoro fondamentale nella loro discografia.
A fine anni ottanta, la scena rock è dominata dal successo commerciale di molti gruppi street/hard rock e su tutti quello dei Guns n’ Roses con il loro Appetite for Destruction. I Cult lavorano al successore di Electric che ha già in parte assorbito le intenzioni del gruppo di passare da un suono rock molto incisivo, presente nelle composizioni di Love ad un suono più pesante, di matrice Zeppeliniana, che caratterizza l’album di Love Removal Machine e Wild flower. Stilisticamente firmato dal talento chitarristico di Billy Duffy e dalla profonda ed energica voce di Ian Astbury, il nuovo lavoro dei Cult, Sonic Temple, si immerge direttamente nello scenario hard rock / street del periodo.
Questo è l’ultimo lavoro con il bassista Jamie Stewart, mentre alla batteria viene chiamato Mickey Curry, noto per essere il batterista del rocker canadese Bryan Adams. Sonic Temple è un segno di svolta, il suono si fa duro, il chitarrismo dei pezzi sale in cattedra e duetta con la bella voce di Ian Astbury.
Si parte con un trittico di pezzi hard rock che ancora strizzano l’occhio a certe soluzioni contenute in Love, Fire Woman che vagamente fa pensare alla loro famosissima Rain, ma molto più aggressiva nell’incedere, diventerà un classico dal vivo. Classico sarà anche il quarto pezzo dell’album: Edie (Ciao Baby), una power ballad di atmosfera che mette in luce l’espressività e tutta la profondità della voce di Ian.
L’album non perde colpi neanche nella parte centrale, rimane sostenuto e ruota intorno agli originalissimi riff di Duffy, abbiamo grandi pezzi come Sweet Soul Sister, la lunga Soul Asylum, New York City con la partecipazione di Iggy Pop. Con la zeppeliniana Automatic Blues e la bella e sofferta Soldier Blue, l’album volge a conclusione completato da altri due pezzi, Wake up time for freedom e Medicine Train (quest’ultima solo in alcune edizioni) che sembrano più disimpegnati e defilati dallo stile dell’album, ma altrettanto gradevoli da ascoltare, anche dopo quaranta minuti di pura energia hard rock.
Sonic Temple, fermo restando Ceremony, che ha ancora qualcosa da dire, è il lavoro che chiude un ciclo molto fertile della band dal punto di vista compositivo e dello stile musicale. Billy e Ian che rimangono gli unici due componenti originali, ancora oggi sfornano lavori di qualità e dal punto di vista live offrono spettacoli molto coinvolgenti, ma dopo la loro svolta hard rock, un tentativo di assorbire sonorità moderne post grunge, ed uno scioglimento, non hanno trovato più una nuova strada da percorrere, che negli anni ottanta, riusciva loro facile e che ha trovato con Sonic Temple un punto di arrivo e purtroppo non di ripartenza: sorte che ha caratterizzato diversi gruppi di quegli anni.
Comunque bravi allora e bravi oggi! … Intanto la nuova edizione per il trentennale di Sonic Temple, contiene un live del periodo e diverse chicche della band che, agli estimatori di questo album, possono essere molto interessanti.
- Sun King – 6:09
- Fire Woman – 5:11
- American Horse – 5:19
- Edie (Ciao Baby) – 4:46
- Sweet Soul Sister – 5:08
- Soul Asylum – 7:26
- New York City – 4:41
- Automatic Blues – 3:51
- Soldier Blue – 4:36
- Wake Up Time for Freedom – 5:17
- Medicine Train – 4:42