Riflettere sul primo lavoro di un gruppo come i Pink Floyd, che nel corso di una dozzina di anni ha imposto il proprio nome quale marchio di fabbrica di un sound unico ed inimitabile (nonostante il tentativo vano di numerosissime band contemporanee), è impresa sicuramente ardua.

The piper at the gates of dawn si presenta difficile già nello stesso titolo, misterioso, quasi sinistro: forse il titolo giusto per una raccolta di composizioni che nel tempo sono diventate l’espressione massima della psichedelia nella musica rock.

I Pink Floyd protagonisti di questo disco sono quelli visionari di Syd Barrett; David Gilmour non c’è, il pensiero di Roger Waters è ancora allo stato embrionale.

Il disco nasce negli Abbey Road Studios sotto la produzione di Norman Smith, artefice dei primi lavori dei Beatles che in quel periodo, proprio nello stesso posto stanno registrando Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. I quattro hanno all’attivo un singolo Arnold Layne ed una versione estesa di Interstellar Overdrive.

Non sono questi i pezzi dei Pink Floyd che si è soliti ascoltare, le melodie di Gilmour e la complessità del pensiero di Waters sono ancora lontani, c’è Barrett con la sua imprevedibilità, le sue visioni, il bisogno di spaziare e sperimentare, rompere gli schemi con il presente e andare oltre, stravolgendo le tendenze e le forme conosciute.

Astronomy Domine, come Interstellar Overdrive sono manifesti psichedelici fondamentali. È l’LSD a rendere inappagabile il senso chitarristico di Barrett, che si sente libero di spaziare ovunque, intrecciandosi con gli altri strumenti. Lucifer Sam e Matilda Mother incalzano con intrecci nervosi che rendono quasi impossibile entrare in sintonia con le melodie, ma avvolgono e incantano; impossibile capire le intenzioni di un disco incredibilmente disorientante ma altrettanto affascinante…. che rapisce.

Pow R. Toc H. e Take Up Thy Stethoscope and Walk giocano su soluzioni sperimentali ed ossessive e portano avanti un discorso basato su testi forti e disallineati che si incastrano sulle melodie, così come pensate, dalla mente geniale e ossessionata di Barrett.

E si va avanti così… fino alla conclusiva Bike.

Non è un album facile da seguire e da ascoltare; nonostante la concretezza che nasconde, potrebbe stancare facilmente: aggredisce l’ascoltatore, lo imprigiona, poi cerca di torturarlo, quasi ad imprimere un messaggio forte e ossessivo, quasi pensato per destabilizzare chi cerca di mantenersi in equilibrio sul sottilissimo filo conduttore dei pezzi che compongono questo lavoro.

Syd Barrett continuerà la sua carriera musicale senza i Pink Floyd con i suoi due album solisti di inizio settanta poi si ritirerà a vita privata. È facile chiedersi cosa sarebbero stati gli stessi Pink Floyd se Barrett avesse proseguito la sua avventura nella band, partecipando in maniera più costante al successivo A saucer full of secrets, e mantenendo la leadership artistica del gruppo.

Basta poco in tal senso per far svanire l’esistenza di capolavori come Wish you were here, The Wall, ma anche lo stesso The dark side of the moon, albums che sono l’essenza di questa band, ma che probabilmente non sarebbero mai venuti alla luce o probabilmente avrebbero attinto da uno stile compositivo completamente diverso.

Come Waters avrebbe gestito il suo io ?! … e Gilmour ?! … il suo chitarrismo e i suoi assoli … che collocazione avrebbero avuto … ?!sarebbe comunque stato il quinto membro della band ..?!

The piper at the gates of dawn è un disco che sarebbe potuto diventare la premessa di un percorso diverso e lontano da quello che poi i Pink Floyd hanno seguito e che li ha consacrato mostri sacri del rock.

Il destino ha scelto diversamente, ma un The Dark Side of the moon o un The Wall con Syd Barrett, potenzialmente sarebbero potuti esistere … come avrebbero suonato?! … nessuno lo saprà mai …

Questo primo album dei Pink Floyd dunque racchiude nella sua durata il dna di una band destinata a mutare la sua essenza, ma comunque risulta straordinariamente alla pari, pur essendo evidentemente diverso, di altri lavori più blasonati della band.

  1. Astronomy Domine – 4:17
  2. Lucifer Sam – 3:09
  3. Matilda Mother – 3:05
  4. Flaming – 2:46
  5. Pow R. Toc H. – 4:24
  6. Take Up Thy Stethoscope and Walk – 3:07
  7. Interstellar Overdrive – 9:41
  8. The Gnome – 2:14
  9. Chapter 24 – 3:53
  10. The Scarecrow – 2:10
  11. Bike – 3:27