I Jana Draka sono un gruppo calabrese che nasce sul finire del 2014 a Cosenza. “Introspection” è il loro primo EP e viene dato alle stampe a fine 2015: “Portrait of Fancy” è il primo singolo estratto da questo lavoro.

Nell’estate del 2017, la band pubblica un secondo singolo dal titolo “A Gem’s Last Moment”, ma poi la line-up iniziale comincia a sfaldarsi: nel settembre 2018 i due fondatori della band, Valerio e Danilo, si trasferiscono a Roma a cercare consensi nel progetto e nuove strade da percorrere. Nella capitale comincia l’opera di ricostruzione del gruppo; entrano nuovi elementi; l’intento è continuare l’avventura e far conoscere i Jana Draka nel circuito romano ed in uno scenario musicale più vasto.

Nel settembre 2019 il gruppo è ricostituito, composto da due tastieristi, chitarra, batteria e basso ed esordisce nella Capitale al Traffic Club;  nel dicembre dello stesso anno, i Jana Draka pubblicano il primo LP: “Where The Journey Begins”.

I jana Draka musicalmente sono molto vicini alla corrente prog rock/heavy che ha visto negli anni novanta portare al successo alcune band, oggi fondamentali, tra le quali Porcupine Tree e Dream Theater, ma sono vicini anche alla lezione impartita negli anni settanta da mostri sacri del genere come, tra gli altri, Genesis, Gentle Giant e gli italiano PFM e Banco.

“Where the Journey Begins” è il loro primo LP autoprodotto, frutto di un lavoro di composizione e arrangiamento durato due anni. Rispetto al primo EP, considerando anche il nuovo assetto della band, questo lavoro rappresenta un’evoluzione del loro stile verso un sound più vicino al classico prog-rock, riletto curando con grande attenzione il processo compositivo ed i testi.

Gli artefici di questo “viaggio” sono Valerio Magli: Basso elettrico, Contrabbasso, Voce ; Danilo Pantusa: Chitarra Elettrica, Chitarra Acustica; Giorgio Belluscio: Tastiere; Federico Aramini: Tastiere; Valentina D’Angelo: Batteria, Percussioni, musicisti esperti e validi, alcuni di loro provenienti da esperienze pregresse nel campo di band hard rock ed heavy metal, altri con preparazione accademica.

Il prog dei Jana Draka ha il sapore di quello classico anni settanta, ma intriso di sonorità attuali, figlie delle esperienze musicali di questi cinque musicisti.

 “Where the Journey Begins” esordisce con lo strumentale “Overture” composizione pianistica che svolge degnamente il suo ruolo nell’album, la giusta introduzione a “Coming Home” e “Salem” con i quali le intenzioni dei Jana Draka entrano nel vivo: si aprono così le porte all’anima artistica di questa band; anche se “l’ingresso” è dolce, quasi a non voler disorientare l’ascoltatore, con melodie orecchiabili e grande intensità narrativa, in alcuni passaggi anche quelli vocali, sembra emergere un certo stile interpretativo molto vicino a band alternative attuali quali i Tool; in altri momenti invece il sound progressivo classico prende il sopravvento e vengono in mente molti “giganti” del genere.

“The Outsider” dal contenuto quasi tenebroso ma in perfetto stile prog lascia spazio a “A Gem’s last moment pt1 e pt2”, bellissimo momento dai toni romantici, di grande intensità; qui il tema della “perdita”, viene raccontato con grande lirismo, lasciando poi che il brano esploda libero.

Il brano successivo “Carcosa” parte cupo, voce oscura, poi fiorisce in sonorità folk, più solari, a raccontare l’origine e il mito della città del Re in giallo, la parte finale è incalzante con grandi chitarre mai troppo invadenti.

Si giunge così ad un nuovo momento chiave del disco, questa volta suddiviso in tre parti dal titolo “Limbo”; “Limbo pt.1” introduce il tema della suite con un approccio leggero e delicato al piano e crea lo spazio per “Limbo pt.2” momento più movimentato ma con atmosfere sempre sognanti quasi jazzate: una riflessione sulla vita, in maniera disincantata, su ciò che è passato e ciò che deve sarà: “in my dreams the world looked limitless now it seems a cold empty cage. “. “Limbo pt.3”, chiude il trittico di questi tre frammenti pieni di grande poetica ed esordisce prima con il piano, poi prende il volo con un leggero synth in sottofondo, l’interpretazione e l’atmosfera ricordano Steven Wilson ed i suoi Porcupine Tree: è la giusta conclusione di questa suite.

La delicata “Daydream” che si racconta su un leggero sottofondo sonoro quasi “trasparente” è sicuramente uno dei pezzi più riusciti; è il brano che potrebbe mettere d’accordo anche chi “esita” ad ascoltare sound così elaborati; “daydream” è stato, tra le altre cose, scelto tra i brani trainanti del disco ed uscito come singolo. Siamo all’epilogo: “Awake” riprende i percorsi prog classici del disco, con escursioni sonore molto più vicine all’hard rock e prepara alla fine di questo viaggio dei Jana Draka con “Notturno”, uno strumentale dal sapore classico eseguito al piano.

“Dove il viaggio inizia” è un titolo che per la band potrebbe essere anche “propositivo” per una lunga avventura musicale che parte proprio dalla testimonianza di questo loro primo lavoro che non possiamo non prendere in considerazione.

In Italia, questo genere, vissuto in passato con grande prestigio da band anni settanta che sono state all’altezza di blasonati (tutt’oggi) gruppi internazionali, punti cardini della letteratura rock, è stato un po’ dimenticato; oggi si preferisce essere più appetibili commercialmente, sacrificando la propria vena artistica per avere visibilità e supporto per la distribuzione, invece dischi di qualità e con grandi idee, dove l’autoproduzione è l’unica strada per farsi conoscere e diffondere la propria musica, rimangono nell’ombra.

E’ un disco compatto quello dei Jana Draka, ben strutturato, anche dal punto di vista della collocazione dei brani, con un ordine di esecuzione che non lascia distrazioni e cattura l’ascoltatore; anche la copertina è valore aggiunto al lavoro, con una grafica ricercata ed uno stile che suscita curiosità.

Come detto, in Italia il genere ha avuto una grande tradizione, soprattutto negli anni settanta: oggi esistono band che nel panorama alternative rock, cercano strade dalle tinte prog, ma queste sono ancora poche (almeno quelle che riescono a farsi conoscere);  gli estimatori del genere sono tanti, c’è un’intera generazione che è cresciuta ascoltando il prog rock anni settanta, ma c’è bisogno di grande lavoro e professionalità per essere visibili ed essere credibili al grande pubblico, e riportare il filone progressive ad “avere spazio” nel panorama musicale attuale.

I Jana Draka sono senz’altro padroni del genere, ma la forza di questa band, visto il loro percorso storico, è la loro determinazione, è la capacità di ricostruirsi grazie alle proprie potenzialità, affinando il proprio sound su un percorso impegnativo ma anche molto affascinante … possiamo tranquillamente dire che la “prima” di questa band cosentina-romana è interessante e ben riuscita. Il prog-rock può contare su di loro …

ETICHETTA: autoprodotto

ANNO DI NASCITA: 2014
LOCALITA’: COSENZA – ROMA (ITA)

MEMBRI BAND:

  1. Valerio Magli – Basso elettrico, Contrabbasso, Voce
  2. Danilo Pantusa – Chitarra Elettrica, Chitarra Acustica
  3. Giorgio Belluscio – Tastiere
  4. Federico Aramini – Tastiere
  5. Valentina D’Angelo – batteria e percussioni
SITO WEB: janadraka.altervista.org
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mojoshine
  1. Overture (2:46)
  2. Coming Home (4:12)
  3. Salem (3:53)
  4. The Outsider (5:35)
  5. A Gem Last Moment Pt.1 (3:20)
  6. A Gem Last Moment Pt.2 (4:48)
  7. Carcosa (4:45)
  8. Limbo Pt.1 (1:54)
  9. Limbo Pt.2 (2:43)
  10. Limbo Pt.3 (5:47)
  11. Daydream (4:46)
  12. Awaken (3:53)
  13. Notturno (2:41)